LAMPEDUSA

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E’ sabato, 13 ottobre 2007,  sono le 17. Sono seduto sulla spiaggia della Guitgia, a Lampedusa.

Fa sempre caldo qui e ci sono ancora dei turisti che stanno approfittando di questo ultimo caldo estivo.

Vicino a me  c’è Annette, la mia cagnetta di 50 chili, di razza douge de bordeaux. Mi sta vicino, vicino, e scodinzola . E’ contenta di stare in riva al mare al mio fianco. Ogni tanto mi guarda come se mi volesse dire qualcosa. Però povera bestiola non riesco a capire cosa voglia comunicarmi. Ci sono ancora gli ombrelloni sistemati in tre perfette file. Tra pochi giorni li tireranno via anche se qui la stagione balneare sembra non finire mai perché il clima è mite tutto l’anno. Chissà come poteva presentarsi questa isola trenta anni fa quando poche persone osavano avventurarsi in un viaggio così lungo e disagevole per godersi una vacanza di mare.

Annette continua a fissarmi come se volesse qualcosa. Forse è per il tozzetto di pane secco che gli do ogni volta che esco o entro in casa. Comunque lei si sta godendo la vacanza più di come riesca a godermela io. Infatti mi sembra tranquilla. Forse al contrario di me riesce meglio ad apprezzare questo soggiorno.

Il mare è calmo e l’acqua è blu cristallina. I pochi turisti, tutti di una certa età, stanno pian piano lasciando la spiaggia per rientrare in albergo. Le giornate sono diventate veramente corte e a quest’ora inizia a rinfrescare.

Annette vogliamo rientrare? Mi guarda e sospira! No! è ancora presto!

Stanno rientrando alcuni pescherecci. Hanno delle fioche luci che ancora si notano poco. Stanno ormeggiando in porto e man mano che si accostano arriva gente da terra che gli si avvicina. Lentamente provvedono a scaricare le casse del pesce. Chi le porta via a mano e  chi le carica sull’auto. Intanto arriva un’auto bianca con le insegne della capitaneria di porto. All’interno c’è un tizio in divisa bianca, rallenta da un’occhiata ai pescherecci che sono appena rientrati e con una ampia sterzata inverte il senso di marcia e come è arrivato se ne va via.

Il cielo sereno e  terso inizia a scurirsi. I segnali, all’imboccatura del porto, di fronte a me, si fanno sempre più luminosi.

Continua...